Il caffè è una delle bevande eccitanti più famose al mondo, ormai un abitudine irrinunciabile nella vita di tutti i giorni, senza la quale è impossibile andare a lavorare. Un estratto dolce-amaro che travolge chiunque con il suo imperdibile gusto. Ma ti sei mai chiesto qual è la sua storia e come è arrivato fino ai giorni odierni? Se te lo sei chiesto allora sei proprio nel posto giusto. Ecco la storia del caffè, dalle sue origini ai giorni nostri.
La Storia del Caffè
Il caffè, un tempo chiamato anche il Vino d’Arabia per la sua provenienza, misterioso, scuro, ma gustosissimo. La Chiesa lo definiva come ‘la bevanda del Diavolo’ a causa del suo effetto eccitante sugli uomini. Il caffè trova le sue origini tra l’Etiopia e lo Yemen. Le leggende che riguardano la scoperta della pianta di caffè sono varie e molto interessanti da conoscere. La prima, dell’Etiopia, riguarda un pastore di nome Khadi che mentre era con le sue pecore, incontrò per la via delle piante di caffè. Gli animali iniziarono a nutrirsi delle sue foglie e dei suoi chicchi. Arrivata la notte, il pastore notò lo stato agitato delle pecore: invece di dormire, si misero a girovagare con molta energia. Khadi capì la ragione di questa strana vivacità, così andò a prendere le altre bacche, le fece abbrustolire, le macinò e ne fece un’infusione. Il risultato fu proprio il caffè come lo conosciamo.
Le leggende non finiscono qui. Un’altra ancora vede come protagonista Maometto che in seguito a del malessere, ebbe una visione in cui l’Arcangelo Gabriele gli porgeva una bevanda nera da bere, interpretata come una sottospecie di pozione sacra, realizzata per opera di Allah. Fu questo beveraggio a far ritornare il profeta in forze. Dunque talvolta si parla proprio di una bevanda religiosa. Uno degli aspetti interessanti dell’origine del caffè infatti sussiste anche sulle leggende ad essa legate. Da quel momento il caffè ha rappresentato per questi popoli un vero must, una prelibatezza che viaggiava dai re agli imperatori ai sultani. Un ‘drink’ che è stato proibito, mal visto ma anche venerato e profondamente amato. Non rimane che scoprire il resto.
I viaggi del caffè
L’Egitto ha da sempre contribuito alla diffusione di questa pianta così benefica. Infatti ha avuto un importante ruolo di smistamento a partire dal XVI secolo. Fungeva proprio da magazzino internazionale dove i mercanti lo esportavano in ogni parte. Per questo quando si pensa al caffè arabico lo si collega immediatamente all’Egitto e, in particolar modo, a Il Cairo. Uno dei motivi principali per cui la propagazione di caffè ebbe sempre più successo, consisteva principalmente nelle ferree regole della religione islamica, la quale impediva di bere il vino. Così quest’ultimo venne gradualmente sostituito con quest’eccitante.
Un altro aiuto fu dato dall’Impero Ottomano, fornitore di caffè fino alla lontana Vienna. Partendo da questo presupposto, nasce il viaggio europeo del caffè. Il suo percorso, infatti, continua nel XVII secolo toccando ogni Paese d’Europa e lasciando il suo sapore nel palato soprattutto di nobili, privilegiati e intellettuali, per poi arrivare direttamente al popolo più umile. Così il caffè diventa famoso, diventa un ‘must’ come lo chiamerebbe la società attuale. Talmente noto che la sua produzione aumenta notevolmente e ormai i suoi prodotti sono facili da reperire.
A tal proposito a Istanbul nascono le prime caffetterie, che fin da subito entrano in voga. Questa sorta di moda, se così la si può nominare, arriva velocemente anche in Europa. E allora aprirono migliaia di migliaia di caffetterie, dove era possibile per la prima volta godersi un buon caffè caldo in una comoda tazza apposita in compagnia e, magari, con l’accompagnamento di piatti di piccola pasticceria. Il caffè ha sempre ricoperto un ruolo importante nella vita di tutti, tanto da creare accoglienti punti di ritrovo, ma anche da essere d’ispirazione. Dopo la diffusione delle botteghe di caffè, arrivano i Caffè Letterari. Si trattava di luoghi d’incontro frequentati soprattutto da intellettuali come artisti, scrittori e filosofi, i quali si riunivano per effettuare uno scambio culturale di idee e pensieri, che dovevano portare ala crescita personale e della società. Tutto ciò accadeva proprio davanti ad un caffè o a qualche altra bevanda tipica di un bar tradizionale.
Il rapporto tra caffè e Chiesa nel corso del tempo
Spesso accadeva che alcune convinzioni di impronta medievale (data l’ignoranza delle accuse s’intende) si riproponessero continuamente sulle labbra dei componenti della Chiesa, proprio come successe nei confronti del caffè. La Chiesa lo definì come la bevanda del Diavolo, in quanto era inspiegabile il suo effetto eccitante e la provenienza metteva in dubbio molti fattori. In qualche modo venne proibito. Addirittura venne considerato come una sostanza capace, secondo poteri oscuri, di duplicare l’io. Probabilmente questa condanna che non guardò in faccia nessuno trovava le sue basi sulla leggenda di Maometto e l’Arcangelo Gabriele, secondo la quale non solo il profeta fu in grado di rimettersi in forze, ma “disarcionò in battaglia ben quaranta cavalieri e rese felici sul talamo addirittura 40 donne”. Quindi la comunità del clero era convinta del potenziale malefico contenuto in questa pozione. Si temeva, di conseguenza, per il mondo e per l’uomo, nonché la discesa sulla Terra del Diavolo.
Il caffè era dunque visto anche come un mezzo inviato da Lucifero per portare con sè sempre più persone. La Chiesa, in poche parole, viveva nella certezza di star combattendo una guerra tra bene e male: in realtà non era altro che ignoranza, la quale ha bloccato però un giro importante di tipo economico. Ma nel corso dei secoli fu questo marasma di energie talmente buono da assaporare che fece letteralmente il giro del mondo. Questo enorme successo riuscì a permettere alla Chiesa di superare pregiudizi infondati su una bevanda così tanto amata. Da allora, seppur con un pizzico di esitazione iniziale, il caffè ha ottenuto la libertà che meritava.
Nonostante questo passo che doveva già essere scontato, alcuni pregiudizi continuavano a vivere ingiustamente. Sempre la Chiesa e parte dei suoi fedeli, collegavano i consumatori di caffeina (probabilmente chi ne faceva un uso maggiore) ad una vita notturna poco rispettabile e malvista. Questa diceria portò molte persone a guarire dalla passione per il caffè. Ancora una volta gli scempi tipici del Medioevo si facevano sentire prepotenti. Con il passare del tempo ogni falsità riguardante la caffeina e il suo infuso, venne per fortuna persa.
Il Caffè, simbolo dell’Illuminismo
Il caffè nel tempo ha avuto un ruolo fondamentale, come già anticipato. Non solo rappresentava le caffetterie come luoghi di aggregazione e di scambio opinionistico, bensì era proprio un simbolo per un movimento che ha cambiato radicalmente il modo di pensare. L’innovazione data dall’Illuminismo, ha tra le sue icone il caffè. Questo perché i più grandi valori dell’Illuminismo erano nati proprio nei caffè, nei cosiddetti bar. Non a caso, uno dei giornali più influenti dell’epoca, se non il maggiore, prese il nome di Il Caffè. Un rivista che illuminava di saggezza, fondata dall’italiano Pietro Verri. Il Caffè in Italia era un mezzo per la propaganda culturale ed è stato un giornale che ha permesso la diffusione dell’Illuminismo anche nella nostra bellissima penisola.
L’Italia e il suo intoccabile Espresso
L’Italia da sempre è stata un popolo composto da grandi bevitori di caffè. Così amanti di questa bevanda eccitante/energizzante, che nel 1902 a Milano venne inventato l’Espresso, con la E maiuscola, e la macchina per crearlo correttamente. Fu l’ingegnere Luigi Bezzera ad inventare lo strumento per ottenere un espresso. Quest’ultimo sfruttava la pressione per macinare il caffè e mantenerne il sapore e l’aroma. L’espresso è oggi uno dei simboli più famosi che rappresenta questo splendido Paese.
La Moka è sempre italiana
Non finiscono qui i macchinismi tutti italiani per creare un caffè eccellente. Arriva così Alfonso Bialetti, nel non così lontano 1933, ad inventare la Moka. Un piccolo aggeggio che tutt’ora è presente nelle case degli italiana. L’imprenditore Bialetti, invece, decise di sfruttare l’acqua, portandola ad uno stato di ebollizione che permette l’infusione del caffè.
Il caffè: da sempre compagno di vita
C’è molto poco da fare e da dire: il caffè ha accompagnato, accompagna e accompagnerà sempre qualsiasi generazione umana. Bere questa bevanda è diventata un’abitudine impossibile da togliere. Davanti a un computer mentre si lavora, dopo la consumazione di un pasto per digerire, da bere insieme ad un’amica/amico per raccontarsi le proprie giornate, il caffè prima della sigaretta. Solo una parola: caffè. Che oggi ci permette di fare una pausa dalla nostra vita stressante, che ci consente di stare in piedi quando si sta letteralmente morendo di sonno, che ci aiuta con il mal di testa. Il caffè, che oggi è semplicemente una scusa per uscire con le persone che si amano. L’ormai ex vino d’Arabia è riuscito a viaggiare per secoli e secoli, senza mai fermarsi, fino ad arrivare ai giorni d’oggi, dove è bevuto da tutto il mondo e dove l’Italia si sente parte della sua storia. Grazie caffè, per le emozioni che fai vivere ogni dì a chiunque ti assapori lentamente. E ora, ti consiglio di andare a farti una bella coffee break!
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